FAQ

Differenza tra psicologo e psicoterapeuta

Lo psicologo è un laureato in Psicologia.

Lo psicoterapeuta è uno psicologo che, dopo la laurea, ha conseguito una specializzazione presso una scuola quadriennale riconosciuta dal MIUR (Ministero dell’Università e Ricerca).

La differenza è dunque la stessa che intercorre tra un medico generico e un medico specialista, quale ad esempio un chirurgo, un pediatra, un ginecologo, ecc.

Nessuno si farebbe operare da un medico di base, per quanto bravo, ma si rivolge ad un chirurgo. Così chi ha bisogno di cure per problemi psichici si rivolge ad uno psicoterapeuta e non a figure altre che non abbiano la opportuna specializzazione.

Nessun medico consentirebbe ad alcuno di farsi denominare ‘medico’ né tanto meno ‘chirurgo’ o ‘pediatra’ ecc. da chi non avesse i titoli confacenti: così non è consentito ad alcuno di farsi denominare ‘psicologo’ da chi non abbia una laurea in psicologia, né tanto meno ‘terapeuta’ se non abbia la specializzazione in psicoterapia.

Come trovarli

Psicologo e psicoterapeuta devono essere – entrambi e innanzitutto – iscritti all’Albo professionale degli Psicologi. Si può consultare sia l’Albo Nazionale (sul web “Ordine Nazionale Psicologi”), sia quello della regione di residenza propria (sul web “Ordine Psicologi Regione X”, ad esempio Regione Campania, Regione Lazio, ecc.).

Lo psicologo generico ha competenze negli ospedali, nelle comunità, nelle scuole, ecc. ed è pagato dallo Stato: per legge non può esercitare interventi di vera e propria terapia, né individuale, né di coppia/famiglia, né infantile.

Lo psicoterapeuta compare nell’elenco del proprio Ordine con la dicitura ‘abilitato ai sensi dell’art.35 della legge 18.2.1989 n.56’; a volte è presente nelle strutture pubbliche con la modalità ‘intra moenia’; a volte è un professionista privato.

Se un nominativo non è presente nell’Albo di una qualsiasi regione, vuol dire che non si tratta di un vero e proprio ‘psicologo’ o ‘psicoterapeuta’. Attenzione ai titoli che confondono gli utenti, quali ‘councelor’, ‘coach’, ‘mediatore familiare’, ‘assistente morale’ e altri: corrispondono ad alcune competenze parziali, utili in alcuni contesti, ma che nulla hanno a che fare con la psicologia di alto livello.

Quando rivolgersi ad uno psicoterapeuta

In tutte le forme di disagio emozionale e relazionale che si manifestano con sintomi quali: depressione, attacchi di panico, difficoltà di coppia, famiglie in crisi, figli con difficoltà diverse, ecc.

Lo psicoterapeuta ha una specifica preparazione diagnostica e farmacologica, sicché è in grado di formulare il problema in termini clinici. Egli deve offrire una diagnosi, un progetto d’intervento, la durata di massima e una prognosi, in base al codice deontologico. Ha la responsabilità e la competenza di decidere se il proprio intervento è opportuno oppure se è meglio inviare ad altri specialisti; in particolare invia allo psichiatra qualora occorra il concorso di farmaci.

Come scegliere uno psicoterapeuta

È sempre opportuno, ai giorni nostri, fare una ricerca sul web: in corrispondenza del nome del professionista è importante leggere attentamente il suo curriculum.

I titoli però sono necessari ma non sufficienti, sicché oltre alla lettura del curriculum è opportuno fissare un primo incontro, che non sarà vincolante, e farsi un’idea dal vivo, valutando se ci si è sentiti a proprio agio. Ogni psicoterapeuta, infatti, per quanto preparato, è pur sempre una persona con delle specificità e dei limiti propri: onestà vuole che egli, per primo, valuterà se l’incontro con il paziente sia stato positivo o meno.

Diversi tipi di psicoterapia

Oltre al curriculum personale del singolo professionista, sarebbe opportuno esaminare anche il tipo di specializzazione dello psicoterapeuta. Infatti le scuole di specializzazione in psicoterapia sono molte e hanno orientamenti differenti. Brevemente:

  1. Psicanalisi: metodo più antico che risale a Freud e Jung. Lavora soprattutto sull’inconscio, sui meccanismi di difesa e sui sogni.
  2. Gestalt: lavora soprattutto sul presente (hic et nunc, cioè qui e ora). Ha fornito alla psicoterapia utilissime tecniche d’intervento che vengono utilizzate trasversalmente da tutte le scuole.
  3. Transazionale: lavora sulle ‘transazioni’, ovvero sugli schemi esperienziali acquisiti nell’infanzia che ogni soggetto mette in atto automaticamente quando si muove nel mondo.
  4. Cognitivocomportamentale: lavora sugli schemi di pensiero che influenzano l’umore e il comportamento, cercando di modificare le abitudini che generano il danno e la sofferenza. Non cerca le sorgenti profonde di tali schemi, ma è orientato a trovare strategie brevi che risolvano i sintomi. In qualche modo ha assorbito le scuole 2) e 3).
  5. Emotivocorporea: è la psicoterapia più moderna che si avvale delle più recenti acquisizioni della neuropsicologia. In qualche modo ha assorbito la scuola 1) e costituisce l’approccio più profondo alla ricostituzione e alla riabilitazione della persona.
  6. Sistemicorelazionale: lavora soprattutto sulle dinamiche che intercorrono tra i membri di un ‘sistema’, ovvero una coppia, una famiglia o anche una équipe di lavoro. Per definizione non considera le dinamiche profonde, cioè intra-personali, ma cerca di stabilire equilibri più soddisfacenti nel gruppo intero.

Altre scuole, quali EMDR, Mindfullness, Interpersonale, e altre, sono alquanto controverse.

Si può scegliere a priori quale scuola si intuisca essere più adatta alla propria sensibilità, ma è opportuno tener presente una importante ricerca internazionale condotta dalla Facoltà di Psicologia di Roma insieme con Facoltà di diverse nazioni, la quale ha concluso con certezza statistica che l’elemento decisivo per un esito efficace di qualsiasi intervento psicoterapeutico è la buona qualità di relazione con il proprio dottore.